Actinidia

L’actinidia o kiwi (secondo la denominazione commerciale internazionale del frutto) è stata introdotta in Italia come pianta da frutto all’inizio degli anni ’70.

Dopo un periodo iniziale di assestamento, legato all’individuazione delle zone più vocate per la coltivazione e agli studi necessari per conoscere la specie e definire le tecniche colturali più appropriate, gli impianti si sono rapidamente diffusi portando il nostro Paese al primo posto a livello mondiale come superficie e come produzione.

Per molto tempo l’actinidia è stata una coltura mono-varietale (con la sola cv Hayward, a polpa verde), ma da alcuni anni si stanno diffondendo anche varietà a polpa gialla e, più recentemente, a polpa rossa (o bicolori, gialle o verdi nel pericarpo e rosse al centro del frutto intorno alla columella).

Le regioni dove oggi la specie è più coltivata sono il Lazio (in particolare l’area di Latina), il Piemonte e l’Emilia-Romagna.

La quantità prodotta viene collocata sia sul mercato interno sia esportata soprattutto in Europa e recente anche verso altre destinazioni extraeuropee.

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Indici di maturazione per la raccolta

Il momento della raccolta è molto importante perché caratterizza e condiziona la qualità globale e la serbevolezza del prodotto. È accertato che il momento della raccolta è determinante ai fini della consistenza della polpa durante la conservazione. Tuttavia i valori della durezza alla raccolta relativamente alla cv Hayward, sebbene siano preferibili quelli superiori a 6,5 kg (puntale da 8 mm), hanno scarsa influenza sulla riduzione della consistenza di frutti nel corso della conservazione.

Il fattore determinante relativamente alla cv Hayward è il residuo secco rifrattometrico (RSR) raggiunto alla raccolta. Il prodotto staccato con RSR inferiore a 6,5°Brix risulta di qualità alquanto scadente ed è destinato nel breve periodo (3-4 mesi) a rammollire sotto i limiti di commerciabilità del prodotto (durezza circa 1 kg).

La raccolta della cv Hayward va pertanto effettuata dal momento in cui i frutti hanno RSR ≥ a 6,5°Brix, misurato entro 8-10 ore dalla raccolta perché la sosta dei frutti per 24¬48 ore a temperatura ambiente può fare innalzare i valori di RSR mediamente dell’1-2%.

Indici di qualità al consumo

Nella tabella seguente si riportano a scopo indicativo i valori consigliati di durezza e residuo secco rifrattometrico (RSR) al punto vendita (fonti varie).

Cultivar

DUREZZA
(kg)

RSR
°Brix

Hayward

1-3

≥11

Conservare in refrigerazione normale (RN)

L’actinidia è un prodotto che per raggiungere standard qualitativi elevati al momento del consumo necessita di essere refrigerato per non meno di 10-15 giorni.

Per il prodotto da consumarsi fino a tutto febbraio si può utilizzare la refrigerazione normale (RN); mentre per il prodotto da conservarsi più a lungo è consigliabile ricorrere all’atmosfera controllata (AC). Quest’ultima tecnica però può fare aumentare l’incidenza del marciume botritico.

Tutti gli ambienti di conservazione devono essere dotati di impianti per l’assorbimento dell’etilene in quanto questo gas, a livelli superiori a 0,02 ppm, accelera i processi di maturazione. Dagli ambienti destinati all’actinidia vanno pertanto allontanate anche tutte le possibili fonti di etilene (mele, pere, kaki, frutti marcescenti, motori a scoppio e diesel, bruciatori di gas, ecc.).

È inoltre consigliabile, in particolare nelle celle con pareti impermeabilizzate ai gas, che nei primi periodi di conservazione i livelli di O2 e CO2 siano continuamente monitorati affinché il primo non scenda sotto il 16-18% e il secondo non salga sopra l’1,5%. Nel caso di prodotto destinato alla conservazione in AC tale monitoraggio va proseguito fino all’inizio della regimazione gassosa.

I parametri di base per la conservazione sia in RN sia AC sono i seguenti.

  • Temperatura: 0°C (al cuore) dal termine del “curing” fino a circa il 10° giorno dalla raccolta, con ventilazione continua; -0,5 ÷ - 0.8 °C (al cuore) nel periodo successivo.
  • Umidità relativa: 92-95%.
  • Etilene: inferiore a 0,02 ppm.

Per l’AC il regime gassoso dopo 30 -35 gg dall’inizio della refrigerazione consigliato è il seguente: Ossigeno 1,8-2%; Anidride carbonica 4,5 %.

Per le partite suscettibili alla Phialophora spp, il regime gassoso dopo 35 gg dalla refrigerazione consigliato è invece il seguente: Ossigeno 1,3-1,5%; Anidride carbonica 1,3-1,5%.

MALATTIE E DIFESA POST-RACCOLTA

La più frequente e importante alterazione dei frutti post-raccolta è il marciume da Botrytis cinerea, seguito come importanza dai marciumi da Phialophora spp e dalla maturazione anomala (frutti di sapore scarso o sgradevole con polpa esterna molle e columella dura e fibrosa); occasionali sono il “cuore bianco” e i marciumi da Penicillium spp.

La riduzione dell’incidenza della Botrytis cinerea si ottiene ritardando la refrigerazione di almeno 48 ore (v. “curing”). Per tale motivo i frutti, dopo la raccolta, vanno tenuti a temperature preferibilmente di 15-20°C in zona protetta dalle intemperie. In aggiunta sono ammessi interventi post-raccolta con fitofarmaci autorizzati (vedi tabella). I trattamenti antibotritici vanno eseguiti entro il periodo di “curing”, in ogni caso non oltre 7 giorni dalla raccolta. Nessun intervento è invece risolutivo per la prevenzione dei marciumi da Phialophora spp, Mucor piriformis e Penicillum spp.

L’avvizzimento e la precoce maturazione dei frutti vanno prevenuti dotando le celle di assorbitori di etilene e mantenendo l’U.R. (Umidità relativa) tra il 92 –95 %.

I principi attivi autorizzati e gli intervalli di sicurezza, in riferimento alle diverse malattie, sono riportati nella tabella seguente (fonte DPI Regione Emilia-Romagna, 2020)

Principio attivo

Tempo di carenza (gg)

Residuo massimo ammesso
(ppm)

Patogeni e malattie

Cultivar

Fludioxonil

 

15

Botrytis cinerea

Varie

 

Fenexamid

60

15

Boscalid

60

5

1-MCP

 

0,01

Senescenza

CURING

Per contenere l’incidenza del marciume botritico, è necessario, prima d’iniziare la refrigerazione, sottoporre i frutti alla pratica del “curing”. Tale pratica consiste nel far sostare i frutti in aree ventilate a temperatura ambiente per un numero di ore, considerate dalla raccolta, che varierà in relazione alla temperatura esterna come riportato nella tabella seguente (fonte Criof).

RITARDO REFRIGERAZIONE (ORE)

TEMPERATURA AMBIENTE (°C) 

48÷72

12÷18

Si raccomanda di effettuare lo stivaggio con ampi spazi, proteggere il prodotto da pioggia o gelo e favorire la circolazione dell’aria.

Il “curing” oltre che a temperatura ambiente può essere effettuato anche all’interno delle celle di conservazione a temperatura progressivamente decrescente.

La tecnologia prevede:

  1. lo stivaggio completo della cella con frutti anche appena sgocciolati dopo l’eventuale trattamento antibotritico,
  2. la “gestione” della temperatura per circa 10 giorni dalla raccolta come sotto specificato:
  • fino al 2° giorno: raccolta, trasporto, trattamento anti-botritico (se previsto), stivaggio in cella con temperatura prefissata a 10°C e ventilazione continua, umidificatori (se presenti) fermi;
  • dal 2° all’8° giorno: riduzione progressiva e graduale della temperatura da 8° a –0,5°C, ventilazione continua e umidificatori fermi.

Trasporto

In caso di trasporti extra-continentali e per quelli eseguiti in ambito europeo, dopo gli inizi di marzo occorre impiegare mezzi dotati d’impianto di refrigerazione. Con temperature esterne inferiori a -2 -3°C è necessario utilizzare mezzi coibentati per evitare il congelamento del prodotto.

Nel corso dei trasporti refrigerati il prodotto va caricato con una temperatura “al cuore” non superiore a 3-5°C (nei trasporti intercontinentali sono consigliati 0°C). Solo nel corso di “trasporti intercontinentali” è necessario garantire, mediante assorbitori o ricambio dell’aria, che l’etilene all’interno di tali mezzi, sia su livelli inferiori a 0,02 ppm. La temperatura del prodotto all'interno dei mezzi, nel caso di trasporti refrigerati in ambito europeo, può essere pari a 3-7°C, mentre per i trasporti intercontinentali, va mantenuta a 0°C.

Si richiama l’attenzione sulla necessità di eseguire una perfetta disposizione degli imballaggi sopra i pallet, di rendere solidali fra loro i diversi imballaggi con il pallet e di eseguire l’accatastamento razionale della merce pallettizzata all'interno dei mezzi trasportatori. Questo per garantire la buona circolazione dell'aria, la stabilità dell’accatastato e, conseguentemente, creare le condizioni ottimali per evitare il danneggiamento del prodotto.